Finocchi: come concimarli senza rischi

Coltivare finocchi può sembrare semplice, ma se si sbaglia la concimazione, i grumoli non crescono come dovrebbero. Prima ancora di seminare o trapiantare, bisogna pensare al terreno. Non serve strafare: un suolo ben pulito e lavorato rende meglio di una concimazione eccessiva. Il finocchio è una pianta sensibile agli squilibri. Meglio quindi partire con calma, usando compost ben maturo o letame stagionato, senza esagerare con le dosi.

Quale concime scegliere

In fase di preparazione del terreno, i concimi organici o organo-minerali sono una buona scelta. Non tutti però funzionano allo stesso modo. Alcuni prodotti a base di proteine idrolizzate, come quelli a rilascio lento, possono aiutare a mantenere stabile la disponibilità di nutrienti. Non è necessario conoscere il nome preciso: ciò che conta è che il concime sia ben decomposto e che il terreno venga lavorato con cura prima della semina.

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Troppo concime, soprattutto azotato, può portare a grumoli acquosi e poco compatti. Questo significa che poi si conservano male e tendono a marcire in fretta. È un errore piuttosto comune. Chi coltiva in piccoli orti spesso pensa che più concime significhi piante più grandi. In realtà, il finocchio ha bisogno di equilibrio. Troppa fertilità porta più foglie e non ad un cuore più tenero.

Durante la crescita, il finocchio apprezza un po’ di azoto, ma somministrato con attenzione. Non serve darlo tutto insieme: meglio dividere le dosi. Se si sceglie un concime azotato, è preferibile che sia di origine naturale. Quelli a base di amminoacidi, per esempio, nutrono la pianta in modo più delicato. Non spingono troppo sulla crescita, ma l’accompagnano, evitando stress inutili.

La fertirrigazione e i biostimolanti

Alcuni usano la fertirrigazione, cioè sciolgono il concime nell’acqua di irrigazione. Questo sistema funziona bene in suoli sabbiosi o in climi molto secchi. Aiuta a controllare meglio la quantità di nutrienti, ma bisogna fare attenzione a non esagerare. Anche qui vale la regola del poco ma costante. Ogni 10 o 15 giorni può essere sufficiente, ma va sempre valutato in base al terreno.

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Oltre ai concimi, si possono usare biostimolanti. Si tratta di prodotti che non nutrono direttamente la pianta, ma migliorano la sua risposta agli stress. Per esempio, caldo eccessivo, ristagni o attacchi di parassiti. Alcuni contengono estratti vegetali o composti bioattivi, altri semplicemente aminoacidi. Non servono sempre, ma in certi casi aiutano il finocchio a svilupparsi in modo più regolare.

Attenzione sempre alle dosi. Anche con i prodotti naturali, esagerare può essere un problema. Un errore comune è pensare che il compost o il letame non abbiano effetti negativi, ma non è così. Se il letame è troppo fresco, può bruciare le radici. E se si esagera col compost, si rischia di sbilanciare il pH o favorire funghi dannosi. Meglio sempre usare quantità moderate.

Protezione per i finocchi

Il finocchio ha bisogno di umidità costante, soprattutto nei mesi caldi. Un terreno che si asciuga troppo rallenta la crescita e può far spaccare i grumoli. Anche l’irrigazione regolare è fondamentale, ma senza ristagni. Un sistema goccia aiuta, ma anche una buona pacciamatura può fare la differenza. Così l’acqua si mantiene più a lungo e si riduce lo stress della pianta.

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Un’operazione importante è rincalzare le piante, cioè coprire la base con un po’ di terra. Questo aiuta i grumoli a restare bianchi e teneri. Si fa quando le piante hanno già raggiunto una certa altezza, e si può ripetere più volte. La terra usata deve essere leggera, ben arieggiata, senza troppe zolle. Se è troppo compatta, rischia di soffocare le radici.

La protezione dai parassiti non va trascurata. Limacce, afidi, funghi. Sono tanti i problemi che possono compromettere il raccolto. Meglio controllare spesso le piante, anche ogni due o tre giorni. Se si notano segni strani sulle foglie o macchie nei grumoli, è bene intervenire subito. Prodotti a base di rame o saponi potassici possono aiutare senza essere troppo aggressivi.

Quando coltivare i finocchi

Il periodo migliore per coltivare finocchi varia molto a seconda della zona. In genere si semina a fine estate per raccogliere in autunno. Ma nelle zone più calde si può tentare anche una semina primaverile. In entrambi i casi, l’importante è evitare gli sbalzi termici e mantenere una buona umidità. Una pianta stressata tende a montare a seme troppo presto.

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Chi ha poco spazio può coltivare finocchi anche in vaso, purché profondo almeno 30 cm. In questo caso è ancora più importante usare un buon terriccio e concimare con parsimonia. Meglio un fertilizzante liquido a base organica, ogni due settimane, diluito bene nell’acqua. I vasi vanno tenuti in posizione luminosa ma non troppo esposta al sole diretto nelle ore più calde.

Alla fine, coltivare finocchi richiede pazienza e osservazione. Non servono prodotti miracolosi o tecniche complicate. Serve solo capire come reagisce la pianta a ciò che riceve. Con una buona preparazione del terreno, una concimazione moderata e qualche attenzione in più, si possono ottenere grumoli croccanti e profumati. E non c’è soddisfazione più grande che raccoglierli al momento giusto.

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