
Che profumo in giardino! Che profumo in terrazzo! Questo potrebbe essere sprigionato dai bellissimi fiori di lavanda che hai deciso di interrare, in aiuola o in vaso, qualche giorno fa. La lavanda, infatti, tra le piante aromatiche è tra le più odorose. Scopri come prendertene cura nei primi mesi dopo il trapianto.
La lavanda in botanica
La lavanda è, come accennato nel paragrafo introduttivo, fa parte dell’ampio e affascinante classe delle piante aromatiche e officinali. Dal punto di vista botanico, questa specie fa parte del vasto genere Lavandula, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, anche detta Labiatae. Si tratta, in particolare, di una pianta perenne endemica dell’areale mediterraneo.

Fa parte della cosiddetta macchia mediterranea e non è rara trovarla spontanea nelle zone aride e ben soleggiate. Si tratta di una specie vegetale a portamento arbustivo, con foglie lanceolate a margine liscio e punta arrotondata, di colore tendente al grigiastro e ricoperte da una sottile peluria. I fiori sono molto profumati.
Ma non solo! Essi sono anche molto belli da vedere. Essi hanno colore violetto e sono di piccola dimensione, essendo raggruppati in spighe apicali erette. Tra le specie più comuni troviamo la Lavandula angustifolia, largamente utilizzata in erboristeria e in cosmetica, e il lavandino, ovvero un ibrido tra Lavandula angustifolia e latifolia, ottimo per ricavare l’olio essenziale.
Il ciclo vitale della lavanda
Trattandosi di una specie perenne, la lavanda persiste per molti anni e segue il ritmo stagionale. In primavera e, in particolare, nei mesi di marzo e aprile in genere la pianta riprende la crescita vegetativa, dopo la stasi invernale, e produce nuovi piccoli germogli. Nel corso dei mesi, questi diventano nuovi rami e foglie.

In giugno e luglio, all’inizio dell’estate, solitamente si assiste al picco della fioritura a cui segue il disseccamento delle infiorescenze e la produzione dei semi, nel corso di agosto con maggiore frequenza. Autunno è la stagione del progressivo rallentamento della crescita vegetativa e della lignificazione dei rami creatisi nel corso dell’anno.
Infine, l’inverno vede una lavanda in dormienza, che non produce foglie o fiori ma attende l’arrivo della bella stagione primaverile per far cominciare un nuovo ciclo vitale. Nel corso degli anni, la lavanda tende a formare un cespuglio legnoso alla base. Una pianta, se in condizioni ottimali, può vivere anche più di 10 anni.
Come prendersi cura della lavanda dopo averla interrata?
La lavanda è una delle specie vegetali ornamentali più scelte e apprezzate. Il suo inconfondibile e intenso profumo, la sua rusticità e il suo gradevole aspetto estetico la rendono ottima per abbellire giardini e terrazzi, sia in vaso che direttamente in terra. Nonostante si tratti di una specie robusta, possono essere necessari degli interventi colturali.

Lo scopo di questi ultimi è rappresentato dal fatto che la pianta si sviluppa al meglio nel rispetto delle proprie esigenze, potendo di conseguenza dare origine a fioriture più abbondanti e prolungate. Una volta messa a dimora nel terreno in una zona ben soleggiata, per esempio, potrebbe essere importante irrigare in maniera adeguata.
In particolare, nei giorni immediatamente successivi all’impianto, è consigliabile innaffiare abbondantemente per favorire l’attecchimento delle radici. Successivamente, le pratiche di irrigazione possono essere effettuate solo nel caso in cui il terreno risulti completamente asciutto. Se in vaso, conviene innaffiare più abbondantemente, senza, tuttavia, promuovere la formazione di ristagni o eccessi di acqua.
E ancora…
Anche la pacciamatura potrebbe essere una pratica da metter in atto per ridurre l’evaporazione dell’acqua presente nel terreno permettendo, al tempo stesso, di arieggiare e mantenere fresche le radici. Inoltre, la presenza di ghiaia fine o cortecce di pino permetterebbe di limitare la crescita di piante infestanti nei dintorni.

Secondo quanto detto in precedenza, la lavanda è una specie perenne che tende a svilupparsi e lignificare nel corso del tempo, accrescendosi. Proprio per questo motivo potrebbe essere utile intervenire, almeno una volta all’anno, con operazioni di potatura mirate che, tuttavia, non dovrebbero intaccare la parte legnosa. Lo scopo della potatura?
Dare una forma compatta all’intero arbusto e stimolarne la fioritura nel corso del ciclo vitale successivo. Il periodo migliore per effettuare questa pratica è l’inizio dell’autunno, quando la pianta ha prodotto i semi e le infiorescenze sono andate incontro a disseccamento. La rusticità della lavanda in genere fa sì che non siano necessari interventi di concimazione.